Casco elettroventilato per trattamenti: cos'è, a cosa serve e come si usa

26 Aprile 2021
Casco elettroventilato per trattamenti: cos'è, a cosa serve e come si usa

Il casco elettroventilato, conosciuto anche come respiratore elettroventilato, è un apparecchio ideato per condensare o vaporizzare le sostanze presenti sul terreno e, al contempo, proteggere la testa e il volto di chi lavora la terra o le piante.

La struttura del casco, dotato di visiera e ali laterali in tessuto che scendono fino alle spalle, permette di isolare occhi, naso, bocca e orecchie, garantendo al contempo il massimo comfort nella respirazione per chi lo indossa.

Le caratteristiche di un casco elettroventilato

Il dispositivo possiede, infatti, anche un respiratore la cui funzionalità è garantire un ricircolo di aria costante: ciò è possibile grazie ad una centralina, leggera e facilmente indossabile in vita. La funzionalità dell'apparecchio si adatta in modo particolare agli operatori del settore agricolo che si trovano a contatto con sostanze chimiche, ma è utile anche a chi effettua trattamenti fitosanitari (ed utilizza, in questo senso, diversi agenti di natura fisica, chimica, biologica, con lo scopo di proteggere o migliorare la produzione agricola) e necessita, pertanto, di nebulizzare nell'aria alcuni tipi di sostanze di natura sintetica.

In base al tipo di trattamento da eseguire, l'operatore potrebbe dover entrare in contatto con tali sostanze anche per diverse ore, necessitando perciò una corretta e completa protezione.

Il casco elettroventilato è dotato di:

  • Un casco, normalmente di colore bianco, costituito da una visiera apribile con relativo indicatore di portata. Il materiale che costituisce il casco è, in genere, fibra di vetro, la visiera è invece composta da policarbonato, ovvero una resina poliestere. L'indicatore di portata o flussometro permette di misurare la portata del volume e della massa dell'aria;
  • Un cavo alimentatore SP9 per la centralina e una batteria da 12V collegata alla macchina operatrice (es. trattori, escavatori);
  • Una centralina: questo componente crea una leggera pressione (che risulterà quindi positiva) dell'aria inalata, permettendo alla stessa di distribuirsi in maniera uniforme all'interno del casco, evitando così che la visiera si appanni e, allo stesso tempo, favorendo al meglio la respirazione anche sotto sforzo;
  • Un filtro combinato di tipo A2P3;
  • Un tubo di collegamento per la respirazione che garantisce un flusso d'aria di 190 l/min;
  • Una cintura di materiale plastico ed anatomico da portare in vita;
  • Un eventuale kit accendisigari.

Come funziona il caso elettroventilato?

In genere, i sistemi di respirazione ad aria compressa forniscono una ventilazione assistita utilizzando una fonte d'aria esterna, proveniente dall'ambiente contaminato, che viene appunto pressata. Nella ventilazione meccanica, la pressione positiva è data quindi dalla quantità di volume dell'aria. Sono apparecchi in grado di regolare il flusso d’aria all’interno del copricapo, in modo da facilitare al meglio la respirazione, e sono utilizzabili con agenti contaminanti a bassa soglia olfattiva.

Il respiratore elettroventilato funziona genericamente mediante una sovrappressione creata dal flusso dell'aria che viene filtrata grazie alla centralina, la quale invia poi l'aria al casco, attraverso il tubo. La batteria, i filtri e la centralina sono fissati sulla cintura, e attaccati al respiratore tramite il cavo di collegamento. L'aria, dopo essere stata prelevata dall'ambiente, viene incanalata da un elettroventilatore, che garantisce a chi lo indossa di operare senza che la visiera si appanni. Il casco è provvisto di un indicatore di portata, utile al monitoraggio del suo corretto funzionamento.

Ma quali sono le garanzie e i vantaggi di chi utilizza un casco elettroventilato? Generalmente lo strumento, che è leggero e di facile utilizzo anche per gli operatori meno esperti, garantisce un ottimo livello di protezione, dato che filtra completamente l'aria da polveri e gas che potrebbero entrare in contatto con le vie respiratorie.

I suoi componenti, inoltre, sono studiati e scelti tra materiali di alta qualità, dato che sono pensati per salvaguardare la salute di chi lavora nel settore agricolo. I caschi elettroventilati sono, infine, solitamente certificati e adatti anche a chi indossa occhiali o ha la barba, e offrono una buona capacità di movimento.

Casco ventilato per trattamenti fitosanitari: quando e come si usa? Ecco i principali impieghi

Il casco per trattamenti antiparassitari è utile soprattutto per gli operatori che si occupano di:

  • effettuare colture con prodotti antiparassitari sia in campo aperto che in serra;
  • movimentazione e trattamento delle granaglie e graminacee;
  • disinfestazione di pollai, stalle e scuderie;
  • lavorare a stretto contatto con tutti gli agenti potenzialmente patogeni per la respirazione.

Il casco elettroventilato è quindi uno strumento indispensabile per non incorrere in rischi, quali intossicazione acuta, subacuta, cronica o subcronica con effetti dannosi di tipo cancerogeno, patologie ben note a chi opera in settori di lavoro con rischio chimico. I prodotti fitosanitari sono un gruppo eterogeneo di sostanze, come gli insetticidi, i fungicidi e gli erbicidi, la cui esposizione prolungata è fortemente dannosa per l'organismo.

Oltre al casco elettroventilato, nell'ambito della lavorazione a contatto con prodotti fitosanitari, è opportuno utilizzare anche altre strumentazioni e protezioni individuali per coadiuvare l'uso del casco stesso, come guanti, scarpe antinfortunistiche, tute in materiale isolante ed eventuali cuffie.

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