Lavori in quota e dispositivi anticaduta: la guida INAIL sugli assorbitori di energia

26 Agosto 2016
Lavori in quota e dispositivi anticaduta: la guida INAIL sugli assorbitori di energia

Nei lavori in quota (quelli svolti in altezza) il rischio prevalente è quello di cadere. Per proteggersi da eventi dannosi di questo tipo si usano diversi dispositivi di protezione collettivi  e individuali tra cui gli assorbitori di energia. Recentemente l’INAIL ha pubblicato una guida proprio su questi DPI mettendo in luce alcuni limiti degli standard europei di riferimento per la progettazione e il collaudo.

Cos’è un assorbitore di energia?

L’assorbitore di energia è un dispositivo che serve ad attenuare gli effetti sul corpo di un’eventuale caduta dall’alto. Se funi e punti di ancoraggio evitano l’impatto a terra, gli assorbitori attutiscono l’inevitabile contraccolpo dovuto alla gravità. L’assorbitore può essere considerato come semplice componente di un più elaborato sistema anticaduta o come DPI vero e proprio da agganciare all’imbracatura del lavoratore e alla fune di sicurezza.

Come funziona l’assorbitore di energia?

Durante una caduta si attiva un meccanismo o una proprietà dell’assorbitore che limita la forza frenante. La decelerazione che ne consegue non può essere superiore ai 6g (unità di misura dell’accelerazione gravitazionale), limite oltre il quale il dispositivo può comunque risultare dannoso per il lavoratore.

Ad ogni modo, una volta avvenuta la caduta ed entrato in azione, l’assorbitore di energia deve essere sostituito.

Norme di riferimento, cosa prevedono?

La normativa usata come standard per valutare l’efficacia degli assorbitori di energia è la UNI EN 355. Questa norma stabilisce, come anticipato prima che la forza frenante di un assorbitore non debba essere superiore ai 6g. Ma questo limite però viene stabilito prendendo in considerazione una massa di prova (manichino) di 100kg. Un dato statico che non tiene conto del fatto che non tutti i lavoratori in quota pesano 100kg. Anzi è assai più probabile che pesino meno. Ma allora… con un peso inferiore al quintale, quali sono gli effetti sul lavoratore?

Studi teorici effettuati dal Laboratorio Cantieri temporanei o mobili del DIT si sono fatti carico di risolvere questo dilemma.

Risultati degli studi sugli assorbitori di energia

Dagli studi (cosi come affermato nella guida dell’INAIL) è stato riscontrato che a pesi diversi corrispondono in effetti risultati diversi. Ad esempio, con una massa di prova di 60kg, la forza frenante dell’assorbitore sale a 8-9g (ben al di sopra del limite indicato dallo standard).

Attenzione però ad interpretare correttamente questi risultati. Nonostante ciò che è stato affermato fin’ora, non stiamo denigrando l’uso degli assorbitori di energia! Un conto è dire che normative su standard, progettazione e metodi di prova possano essere migliorati tenendo conto dei pesi diversi dei lavoratori. Altra cosa invece è suggerire di non usarli, perché in questo caso i danni sul lavoratore sarebbero decisamente maggiori!

L’uso degli assorbitori di energia è sempre e comunque l’unica scelta possibile! Staremo a vedere come in futuro la ricerca e lo sviluppo in questo settore contribuirà a migliorare sempre di più le condizioni di lavoro nei nostri cantieri!

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