Dpc dispositivi di protezione collettiva: quali sono e cosa dice la normativa

25 Luglio 2023
Dpc dispositivi di protezione collettiva: quali sono e cosa dice la normativa

I dispositivi di protezione collettiva mirano a garantire la sicurezza di tanti lavoratori che operano insieme. Questi sono indispensabili per legge e rispondono ad una normativa specifica, che stabilisce requisiti e regole per installarli.

Scopriamo tutto su questi dispositivi, cosa sono e cosa dice la normativa.

Dpc quali sono 

I dispositivi di protezione collettiva sono l'insieme delle misure di sicurezza e prevenzione adottate dalle aziende per prevenire rischi e per garantire la sicurezza e la salute di tanti lavoratori che operano contemporaneamente.

Ad esempio, i dispositivi di protezione collettiva in edilizia più usati sono i dpc anticaduta come parapetti, ponteggi o reti di sicurezza, idonei a prevenire il rischio di caduta dall’alto, che può verificarsi durante nello svolgimento di lavori edili.

Esistono dpc per prevenire altri tipi di rischio, come per esempio griglie resistenti allo sfondamento, cappe di aspirazione e molto altro. Tutti i dpc (dispositivi protezione collettiva) sono sistemi che eliminano o riducono alla fonte il pericolo e limitano al lavoratore il rischio di esposizione.

I requisiti dei dpc richiesti dalla normativa non sono rigidi come quelli richiesti, invece, per i dpi ed è sufficiente che siano idonei per essere applicati.

Non serve neanche la marcatura CE in quanto non vi sono indicazioni specifiche per scegliere i vari prodotti. Esistono però delle norme tecniche specifiche da rispettare e la loro eventuale assenza è riconducibile al volere del datore di lavoro, nel caso si verifichi un infortunio.

Dispositivi di protezione collettiva normativa 

A regolare i requisiti dei dispositivi di protezione collettiva è il D.Lgs 81/08, con gli art 15, 75 e 111, che stabilisce come l’utilizzo dei dispositivi di protezione collettiva debba essere assolutamente prioritario rispetto all’uso dei dispositivi di protezione individuale.

A ribadire questo concetto è anche la sentenza 34789/2010 della Cassazione, Sez. IV Penale. Per riassumere, i motivi per cui le protezioni collettive sono prioritarie sono i seguenti:

  • Permettono di lavorare da soli;
  • Proteggono tutte le persone ed offrono maggiore sicurezza;
  • Spesso sono più economici sul medio e lungo periodo;
  • Spesso richiedono una manutenzione minima;
  • Hanno un ciclo di vita più lungo;
  • Non richiedono attrezzature o una formazione particolare.

La norma stabilisce anche l'obbligo di usare i dispositivi di protezione collettiva in caso di interventi da effettuare su tetti, lucernari e simili, quindi per tutti i lavori svolti in alta quota e in altezza.

In questo caso è obbligatorio utilizzare i dispositivi di protezione collettiva temporanei come reti di sicurezza, parapetti provvisori o altri sistemi combinati per garantire la sicurezza dei lavoratori. L’art 111 sottolinea che il datore di lavoro deve scegliere le attrezzature di lavoro più idonee a garantire condizioni di lavoro sicure.

Dispositivi di protezione collettiva temporanei

I sistemi di protezione collettiva provvisori devono essere utilizzati nella costruzione tutte le volte che vi sono delle aperture verso il vuoto, con profondità superiore a mezzo metro. Per proteggere a sufficienza, questi dispositivi devono essere robusti e soprattutto devono garantire la protezione su tutti i lati.

Fra i sistemi di protezione collettiva provvisori troviamo quelli tradizionali, realizzati con manufatti in legname e quelli metallici prefabbricati, che vengono assemblabili sul posto. Questi ultimi sono largamente diffusi perché sono facili e rapidi da installare, infatti, si possono montare su vari supporti e sono adatti per proteggere i bordi di una copertura.

In molti casi è necessario ricorrere a sistemi combinati, come per esempio parapetti temporanei e reti, per garantire maggiore sicurezza nei lavori in altezza.

Quali sono i dispositivi di protezione collettiva 

I dispositivi di protezione collettiva sono tanti e variano in base all'attività lavorativa da svolgere.

Ecco quelli più utilizzati:

  • Reti di sicurezza;
  • Ponteggi;
  • Porte tagliafuoco;
  • Rilevatore di incendio;
  • Dispositivi per l'estrazione di fumi o vapori;
  • Depuratori d’aria;
  • Sistemi di ricambio dell'aria;
  • Sistemi di sterilizzazione;
  • Cappe di sicurezza microbiologica;
  • Parapetti;
  • Corrimano delle scale.

Invece, fra i dpc, quali sono i dispositivi di protezione collettiva in ospedale?

Oltre a sistemi di protezione microbiologica e depuratori d’aria, anche le mascherine chirurgiche rientrano nella lista di dispositivi di sicurezza collettiva in ambito sanitario.

Proprio le mascherine, durante la pandemia da Covid-19, hanno permesso di tutelare i lavoratori a contatto con il pubblico e il loro uso è stato esteso in tutti gli ambiti, rappresentando uno dei principali dispositivi di sicurezza collettiva.

Vantaggi dei dispositivi di protezione collettiva

Il principale vantaggio dei dispositivi di protezione collettiva è l’elevato livello di prevenzione e di sicurezza assicurata ai lavoratori. Altri vantaggi garantiti dai dpc sono anche:

  • La formazione specifica per usare i dpc da parte dei lavoratori non è strettamente necessaria;
  • Durano per molto tempo e questo costituisce un grosso risparmio per il datore di lavoro;
  • Non occorre manutenzione particolare.

Come abbiamo visto, l’uso dei dpc è indispensabile per legge e basta attenersi alle semplici regole per rispettarla.

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