Il rischio biologico nei luoghi di lavoro: le minacce alla salute e alla sicurezza

Il rischio biologico rappresenta uno tra gli aspetti della sicurezza sul lavoro meno conosciuti. Infatti si potrebbe erroneamente pensare che i problemi legati all’esposizione ad agenti patogeni riguardino solo determinati settori quali la farmaceutica o la ricerca biotecnologica. In realtà la questa minaccia si può annidare anche in situazioni più comuni, solo per il fatto di essere caratterizzate dalla contemporanea presenza di più persone e da un eventuale contatto tra le stesse. Ecco perché è importante sapere cos’è, dove si riscontra e come si previene il rischio biologico!

Cosa si intende per rischio biologico?

Proprio per non escludere nessun ambito potenzialmente a rischio, l’art. 267 del Testo unico (D.Lgs 81/08) definisce l’agente biologico come “qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni”. Vi rientrano quindi virus, batteri, funghi, tossine o in generale qualsiasi entità biologica, cellulare o non, in grado di riprodursi o di trasferire materiale genetico, ivi comprese le cellule in vitro.

Per quanto riguarda il rischio biologico, questo dipende dagli effetti dannosi che possono presentarsi in un soggetto infetto e dalla capacità più o meno elevata di diffusione e contaminazione. Sulla base di ciò, gli agenti biologici possono essere catalogati in 4 gruppi:

1. agenti che presentano scarse probabilità di causare malattie negli esseri umani;

2. agenti che possono causare malattie (generalmente curabili o prevenibili) negli esseri umani, ma con scarsa probabilità di propagazione nella comunità;

3. agenti che possono causare patologie serie (nonostante esistano cure e misure di profilassi adeguate) e con elevate probabilità di diffusione;

4. agenti che possono portare a seri problemi di salute, con elevato rischio di propagazione e per le quali non sono disponibili efficaci rimedi o misure preventive.

Aziende a rischio biologico

I lavori sottoposti a rischio biologico sono estremamente numerosi: infatti, oltre alle aziende che deliberatamente utilizzano organismi biologici (aziende farmaceutiche, istituti di ricerca biotecnologica, aziende agro alimentari, centri di trattamento dei rifiuti…), bisogna contare anche quelle che solo potenzialmente potrebbero entrare in contatto con agenti biologici (ospedali, laboratori veterinari, centri che effettuano piercing o tatuaggi…) e pure quelle sottoposte ad un generico rischio di contatto con agenti patogeni (scuole, supermercati, uffici, aeroporti…).

DPI per difendersi dal rischio biologico

Data la vastità di lavori a rischio, capite bene quanto possa essere lungo e complesso approfondire in modo adeguato tematiche come i vari fattori di rischio, le specifiche misure di prevenzione e protezione, fonti di pericolo, effetti negativi e così via; per quello vi invitiamo a cercare e leggere le schede tecnico-informative elaborate dall’INAIL sul rischio biologico sui luoghi di lavoro, nonché il Titolo X del Testo Unico.

In questa sede vogliamo invece concentrarci sui Dispositivi di Protezione Individuale per questi pericoli: per ridurre al minimo possibili contagi ed infezioni i DPI in esame dovranno garantire isolamento da un contatto diretto con gli agenti patogeni. Risultano quindi fondamentali guanti (come ad esempio quelli monouso), indumenti per il corpo (come tute, camici, grembiuli,cuffie e calzari monouso), protezioni per il volto da spruzzi di liquidi biologici (occhiali protettivi o visiere) e protezioni per le vie respiratorie (mascherine o maschere con respiratore).