Valutazione rischio silice cristallina: classificazione e dpi 22 Agosto 2022 La valutazione rischio silice cristallina e le relative misure di sicurezza vanno individuate ed indicate prima dell’inizio di qualsiasi tipo di attività in cui vi è possibile esposizione alla slc. Con l’approvazione del D.lgs. 44/2020 è stato aggiornato l’elenco dei processi e delle miscele delle sostanze cancerogene, contenute nell’Allegato XLII del D.lgs. 81/2008. I settori lavorativi interessati maggiormente dalla possibile esposizione a polvere di silice cristallina sono quello edile, il settore ceramico, i cementifici, le fonderie, le lavorazioni meccaniche, il settore farmaceutico. Vediamo di seguito la classificazione silice cristallina e i dpi da indicare nel documento di valutazione rischio. Classificazione silice cristallina Nella classificazione dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) viene indicata la silice cristallina cancerogena di gruppo 1 come quarzo e cristobalite. La silice viene indicata come sostanza cancerogena e mutagena anche nella Direttiva europea n. 2017/2398, che inserisce la silice libera cristallina tra le sostanze cancerogene e mutagene e propone il limite esposizione silice cristallina a 0,1 mg/m3 come valore respirabile. I lavoratori esposti alla SLC devono essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria e per loro va aperto il registro di esposizione, ai sensi dell’art. 243 del D.lgs. 81/2008, che viene aggiornato con cadenza triennale. Silice cristallina: i rischi per la salute La silice cristallina è considerata cancerogena fin dal 1997, come sostenuto dalla IARC che nel documento n.68/1997 afferma come “la silice cristallina inalata in forma di quarzo e cristobalite da sorgenti occupazionali è cancerogena per gli umani”. Ad una minore granulometria delle polveri di silice cristallina corrispondono conseguenze più gravi legate all’inalazione di queste polveri. In genere i rischi maggiori sono causati da particelle di dimensioni inferiori a 4 micron (frazione respirabile), che arrivano direttamente negli alveoli polmonari. Il maggiore rischio da silice cristallina che si può correre, se le particelle vengono insalate, è la silicosi, una cicatrizzazione permanente dei polmoni che si manifesta con difficoltà respiratoria e tosse. Questa patologia purtroppo è irreversibile. Misure e DPI per proteggere dal rischio silice cristallina Come previsto dall’art. 235 del D.lgs. 81/2008, il datore di lavoro, in collaborazione con il proprio RSPP o con il tecnico valutatore del rischio, e anche con la collaborazione del medico competente, deve individuare i lavoratori o le mansioni svolte dai lavoratori per le quali è presente un rischio di esposizione alla SLC. Il datore di lavoro deve anche valutare se sia possibile sostituire i materiali che possono diffondere la SLC con altri meno pericolosi. Se questo non è possibile, dovrà adottare una serie di misure di prevenzione e protezione, volte a diminuire al valore più basso possibile il livello di esposizione dei lavoratori. Tra gli interventi che può mettere in atto vi sono: Uso di queste sostanze in sistema chiuso Installazione di impianti di aspirazione appositi Diminuzione del numero di lavoratori esposti Diminuzione della durata di esposizione di ciascun dipendente Fornitura di appositi DPI per proteggere le vie respiratorie Dpi silice cristallina: quali sono L’uso dei dpi contro la silice cristallina è l’ultima linea di difesa nelle strategie di controllo, tuttavia è necessario indossarli quando c’è ancora un rischio presente. Le mascherine sono un elemento essenziale nel controllo della silice e sono disponibili in diverse tipologie, sia come facciali aderenti che cappucci o elmetti. Sono disponibili anche maschere monouso e riutilizzabili, spesso utilizzate nei cantieri edili. In alcuni casi si possono indossare anche cappucci o elmetti e respiratori integrali. Nel caso vi sia esposizione a SLC, il dispositivo scelto deve garantire una protezione che sia uguale a quella di un respiratore con filtro facciale FFP3. Ad ogni modo, la scelta del dispositivo dipende dal compito da svolgere, dall’ambiente e dal lavoratore che deve utilizzarlo. Scopri i DPI per proteggerti dalla silice cristallina