Rischio rumore negli ambienti di lavoro: normativa e come proteggersi

5 Luglio 2019
Rischio rumore negli ambienti di lavoro: normativa e come proteggersi

Una delle cause principali di malattie professionali sono i rumori esistenti all’interno degli ambienti di lavoro, causati dalla meccanizzazione sempre più diffusa e alla introduzione di nuove tecnologie che hanno portato inevitabilmente all’aumento delle fonti di rumore. Di conseguenza è cresciuto anche il numero dei lavoratori esposti a questo fattore di rischio. Vediamo come proteggersi dal rischio rumore e cosa prevede la normativa.

Normativa rumore ambienti di lavoro

La normativa che affronta il rischio rumore negli ambienti di lavoro include:

  • Lgs. 81/08: Misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori
  • Lgs. 195/06: Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore).

Ad integrare la normativa sono anche le seguenti disposizioni tecniche:

  • UNI EN ISO 9612:2011 “Acustica - Determinazione dell'esposizione al rumore negli ambienti di lavoro - Metodo tecnico progettuale”: la norma descrive un metodo tecnico progettuale per misurare l'esposizione al rumore dei lavoratori nell'ambiente di lavoro e il calcolo del livello di esposizione sonora.
  • UNI 9432:2011 “Acustica - Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell’ambiente di lavoro”: si tratta della revisione della UNI 9432:2008, una normativa che ha lo scopo di valutare i livelli di esposizione giornaliera, settimanale e i picchi da utilizzare per essere in regola con la legislazione vigente.

La valutazione del rischio rumore è uno degli obblighi del datore di lavoro, che la deve inserire nella redazione del DVR (Dichiarazione di Valutazione dei Rischi) aziendale insieme alla relazione tecnica redatta da personale qualificato, comprendente eventuali misurazioni e deve essere tenuta in azienda per poter essere messa a disposizione degli organi di vigilanza.

In genere il rumore viene definito come un suono che provoca una spiacevole sensazione, ma un’elevata esposizione al rumore nei luoghi di lavoro può causare gravi danni e può fare insorgere malattie professionali come ipoacusia e sordità. A seconda del grado di esposizione, si possono distinguere due situazioni di danneggiamento all’apparato uditivo:

  • Esposizione a un rumore non eccessivo ma superiore a 80-85 dB, corrispondente al limiti rumore ambienti di lavoro indicato dalla legge, che può causare una diminuzione dell’udito.
  • Esposizione a un rumore fortissimo come un’esplosione, in grado di causare dolore e anche rottura del timpano

Valutazione rischio rumore

E’ possibile eseguire una valutazione del rischio rumore attraverso due parametri principali:

  • Grandezza dell’onda, misurata in decibel (dB)
  • Frequenza dell’onda, misurata in hertz (Hz).

I fattori da cui dipendono gli effetti dannosi del rumore sull’uomo sono i seguenti:

  • Frequenza del rumore
  • Intensità del rumore
  • Durata tempo dell’esposizione al rumore

Il datore di lavoro che deve eseguire la valutazione del rischio rumore deve rivolgersi a un tecnico, il quale provvederà alla misurazione del rumore tramite i vari fattori presenti sul luogo di lavoro. La valutazione del rischio rumore può avvenire senza misurazioni nel caso in cui l’esposizione al rischio rumore sia trascurabile, mentre può essere effettuata con misurazioni fonometriche quando il rischio è elevato. In questo caso viene eseguito un controllo approfondito con rilevazioni acustiche particolari.

Il documento di valutazione dell’esposizione del rischio rumore deve:

  • Definire i limiti di esposizione
  • Elencare i fattori che possono accentuare il rischio
  • Elencare la presenza di aree e macchine a forte rischio
  • Stabilire l’interazione tra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni di sicurezza
  • Dare informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori
  • Segnalare il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale
  • Contenere le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria
  • Effettuare la valutazione dell’efficienza ed efficacia dei DPI udito (Dispositivi di Protezione Individuale)

Proprio riguardo ai DPI previsti per il rischio rumore, il datore di lavoro deve prevedere già nel documento quali cuffie da lavoro assegnare, in relazione all’entità del rischio derivato dalla misurazione. In particolare, le cuffie antirumore sono progettate apposta per proteggere i lavoratori e assicurare il massimo benessere negli ambienti di lavoro.

Quando è obbligatoria la valutazione del rischio rumore

Il rumore negli ambienti di lavoro, come abbiamo visto, è un argomento di fondamentale importanza per evitare danni all’udito e quindi la valutazione del rischio rumore in molti casi è inevitabile. Questo documento deve confluire nel Documento di valutazione dei rischi e deve essere a disposizione degli organi di controllo.

A redigere il documento è il datore di lavoro che lo prepara con la collaborazione di esperti previsti dalla normativa, quindi RSPP, Medico Competente, RLS. Insieme a loro elabora un piano degli eventuali rischi che possono esserci sul luogo di lavoro e include la messa in sicurezza e le relative misure di prevenzione.

Hanno l’obbligo di elaborare la valutazione rischio rumore tutte le aziende che hanno almeno un dipendente o un collaboratore che lavora esposto a delle fonti di rumore.

Inoltre, il documento, così come anche il DVR, come dice l’art.181 comma 2 del D. Lgs. 81/08 deve essere redatto almeno ogni quattro anni.

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