Dispositivi di protezione delle vie respiratorie

15 Aprile 2016
Dispositivi di protezione delle vie respiratorie

Detti anche APVR (cioè apparecchi di protezione delle vie respiratorie), i dispositivi di protezione delle vie respiratorie coprono un vasto ambito di applicazione. Basti pensare che si rendono utili per evitare inalazioni di polveri, tutti i rischi derivanti da agenti chimici o biologici pericolosi, o ancora per proteggersi dai fumi in caso di incendio. Scopriamo assieme i vari tipi di dispositivi per le vie aeree.

Normative di riferimento

Nel D.lgs. 81/08 l’uso dei DPI per le vie respiratorie viene richiamato a proposito dei cantieri temporanei o mobili, delle sostanze pericolose e dell’esposizione ad agenti biologici. Vale la pena di ricordare poi la Circolare n. 15 del 27 giugno 2012 che affronta il tema dei DPI utili in presenza di agenti biologici.

Molto importanti poi sono le numerose norme tecniche UNI EN che definiscono i requisiti di dispositivi e filtri da riportare sulle rispettive marcature.

Tipologie di DPI per le vie respiratorie

Qualora la presenza di agenti inquinanti nell’aria non possa essere contenuta attraverso misure collettive quali sistemi di areazione, si rende necessario l’uso dei DPI.

Respiratori a filtro

Sono costituiti da un elemento facciale come mascherine, semimaschere o maschere a pieno facciale, al quale si applica un filtro. Con questi dispositivi l’aria viene prelevata dall’ambiente circostante, ma prima di passare per le vie respiratorie viene purificata dagli appositi filtri antigas, anti polvere o da filtri combinati per entrambe le sostanze.

In alcuni casi, come ad esempio per le mascherine, si tratta di dispositivi usa e getta. Negli altri casi invece il dispositivo può essere riutilizzato, oppure si dovrà provvedere alla sostituzione del filtro. Possono essere integrati con sistemi di respirazione assistita o forzata.

I respiratori a filtro vengono impiegati in ambienti con quantità di ossigeno maggiore del 17% del volume e dove l’eventuale concentrazione di gas o vapori tossici è minima.

Respiratori isolanti

Si differenziano dalla tipologia precedente in quanto il loro funzionamento non si basa sul filtraggio dell’aria circostante (come spiega il termine stesso, isolano dall’aria circostante). In questo caso l’aria viene prelevata o da un ambiente esterno oppure da una bombola di aria compressa o ossigeno: nel primo caso si parlerà di respiratori a presa d’aria esterna, nel secondo di autorespiratori.

Devono essere utilizzati in quegli ambienti (come gli spazi confinati) in cui la presenza di ossigeno nell’aria sia ridotta (sotto al 17% del volume) o dove vi sia un elevata concentrazione di gas o vapori inquinanti.

Sono dispositivi più complessi rispetto ai respiratori a filtro, quindi dovranno essere usati da personale esperto e che abbia ricevuto adeguata formazione e addestramento in merito.

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